Nati per Leggere è il programma nazionale che da 21 anni promuove la lettura in famiglia con i bambini fino a sei anni, è promosso dall’Associazione Culturale Pediatri (ACP), dall’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) e dal Centro per la salute del bambino (CSB) e coinvolge molti operatori che si prendono cura dell’infanzia, molti bambini e molti genitori.
Abbiamo chiesto a Giovanna Malgaroli, della Segreteria nazionale di “Nati per leggere”, perché è utile leggere ad alta voce ai bambini.
“Più che di lettura ad alta voce, parliamo di lettura condivisa, ossia di qualcosa che si fa insieme e che favorisce l’attenzione congiunta, ossia la capacità della bambina e del bambino di sintonizzarsi su un oggetto o evento di interesse comune, comportamento che costituisce la base di una competenza sociale che si sta sviluppando.
Più in generale la lettura condivisa tra adulti e bambini promuove la relazione e la comunicazione tra di loro e lo sviluppo cognitivo e linguistico della bambina e del bambino, e per tutti questi motivi è una pratica da promuovere tra i genitori.”
Da che età è possibile leggere ai bambini?
“Per quanto strano possa sembrare, possiamo iniziare a leggere con i bambini fin dalla nascita per nutrire con la voce, le parole, i suoni e le immagini l’esperienza dei bambini. Da sempre ci si prende cura dei piccoli cullandoli e rassicurandoli con le parole delle ninne nanne, delle conte e delle filastrocche.
Infatti prima del significato delle parole arriva la modulazione della voce, il timbro che le madri adottano quando parlano ai loro piccoli esagerando i suoni per mantenere alta la loro attenzione e il coinvolgimento emotivo.”
La lettura ha degli effetti positivi anche sullo sviluppo cognitivo e linguistico?
”Il cervello e la rete neuronale del bambino hanno uno sviluppo straordinariamente intenso entro i primi due anni di vita. In questo periodo giungono a maturazione l’udito e la vista, si apprende il linguaggio e si mettono le basi di un equilibrato sviluppo psicologico e relazionale. Poter nutrire da subito l’esperienza del bambino stimolando correttamente tutte queste dimensioni può fare la differenza.
È stato osservato che già all’ingresso alla scuola dell’infanzia si sono instaurate differenze significative che influenzeranno il successivo percorso scolastico dei bambini: si calcola infatti che un bambino povero all’età di quattro anni possa aver sentito trenta milioni di parole in meno di un bambino abbiente della stessa età1. Questo enorme divario determina esiti molto diversi nella vita delle persone nei termini di sviluppo delle potenzialità individuali, sociali e economiche.
Una pratica semplice come la lettura condivisa può contribuire ad arricchire il contesto familiare, le pratiche educative e i rapporti interni alla famiglia, contrastando il rischio della povertà educativa. In particolare l’acquisizione del vocabolario e un buon equilibrio psicologico e relazionale sono fortemente condizionati dall’ambiente familiare di apprendimento2.
Studi hanno evidenziato come una maggiore consapevolezza da parte dei genitori rispetto all’educazione dei loro figli comporti effetti positivi sul comportamento dei bambini oltre che sul senso di efficacia dei genitori. Esiste quindi un rapporto di interdipendenza tra capacità genitoriali, sviluppo precoce del bambino e lettura.
Quindi leggere aiuta a conoscere i propri figli?
La lettura è innanzitutto un modo per stare bene insieme, ma risponde anche al bisogno dei bambini di vedere riconosciuti i loro sentimenti e le loro emozioni, di capire i nessi causali delle azioni e di agire un controllo sulla realtà.
La lettura condivisa è dunque una pratica con una forte valenza cognitiva ma al tempo stesso affettiva, il che la rende inestimabile nel dialogo educativo che si costruisce giorno per giorno tra l’adulto e il bambino.
Qualche consiglio per la lettura delle favole della buonanotte?
“Il rito della storia prima della nanna favorisce il rilassamento del bambino quando si utilizzano storie che rasserenano e si concludono con limpidezza.
Il bambino e l’adulto si accomodano in maniera confortevole nel letto, le fonti sonore di alta intensità vengono eliminate, le luci sono soffuse. Predisporre l’ambiente in maniera da favorire il riposo è una delle prime cose da fare.
Spesso il bambino ha bisogno di conoscere bene la storia per rilassarsi perché non attua uno sforzo cognitivo per comprendere la lettura ma ascolta ciò che già conosce e si abbandona.
Il silenzio dell’ambiente interrotto dalla voce profonda del papà e della mamma o del nonno o della zia farà da cornice all’ascolto di storie che incantano e accompagnano serenamente il sonno dei bambini.”
Come fare a rendere consueta la lettura nei bambini?
“Inserire i libri tra gli oggetti d’uso quotidiano. Ma soprattutto individuare uno o più momenti nell’arco della giornata da dedicare alla lettura. Oltre al momento della nanna, andrebbe trovato almeno un altro momento nel corso della giornata per sperimentare la lettura congiunta di un libro che attragga il bambino per il contenuto visivo.
In questo caso deve trattarsi di un momento in cui il bambino sia disponibile ad essere coinvolto in un’attività che richiede la sua piena attenzione anche se ancora per tempi molto brevi. Potrebbero essere anche solo cinque minuti da passare insieme la mattina o dopo il sonnellino pomeridiano.
Col tempo la sua capacità di prestare attenzione al libro si amplierà e il vostro bambino attenderà il momento per stare con voi grazie a un libro.”
Qualche libro per iniziare l’avventura della lettura condivisa da piccoli?
“Il primo libro da guardare insieme alla propria bambina e bambino, a partire dai 6 mesi, è Guarda che faccia! (Giunti). Si tratta di un cartonato di piccolo formato con gli angoli arrotondati che mostra sei facce di bambini colti con diverse espressioni quali serenità, felicità, tristezza, disappunto, sorpresa, perplessità. Il volto umano è ciò che i bambini imparano a leggere per primo ed è ciò che per primo trasmette e comunica le emozioni e gli stati d’animo. Sulla pagina di sinistra inoltre ci sono i suoni onomatopeici corrispondenti agli stati d’animo delle foto, riprodotti in sei lingue: in italiano, arabo, inglese, russo, spagnolo e cinese.
Un altro libro, pubblicato in Italia da Editoriale Scienza, con un formato a fisarmonica che consente di fruire di due libri allo stesso tempo, è Bianco e Nero di Tana Hoban: oggetti familiari – forchetta e cucchiaio, bavaglino, farfalla, foglia, chiavi – sono riprodotti da una parte neri su sfondo bianco e dall’altra parte bianchi su sfondo nero. Si tratta di un libro che affina la visione del bambino e lo aiuta a concentrare la propria attenzione su un singolo oggetto che madri e padri sono chiamati a denominare.
Dopo un libro concentrato sulla visione, un libro che pone attenzione ai suoni: Il mio libro illustrato dei suoni di Olivier Tallec pubblicato da Curci. Sempre cartonato con gli angoli arrotondati, si compone di 32 pagine ciascuna con un oggetto che produce un suono che può essere ascoltato nella playlist sul sito dell’editore. Affinare l’ascolto distinguendo i suoni della vita quotidiana e dell’ambiente naturale è un altro modo per educare la capacità dei bambini di prestare attenzione a ciò che sta intorno a loro.
Infine due libri con i testi poetici in rima dei più grandi autori italiani: Mammalingua. Ventuno filastrocche per neonati e per la voce delle mamme di Bruno Tognolini illustrato da Pia Valentinis, casa editrice Il Castoro e Gocce di voce di Stefano Bordiglioni, Chiara Carminati, Pietro Formentini, Roberto Piumini, Giusi Quarenghi, Guido Quarzo, Bruno Tognolini edito da Fatatrac.
Maggiori informazioni su Nati per leggere
- https://nuovoeutile.it/linguaggio/
- Giorgio Tamburlini, L’ambiente familiare di apprendimento, Medico e bambino, n. 2 2020, pp. 497-506